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Diario di un'Exchange Student ✈️

Exchange isn’t a year in your life, it’s a life in a year.

#24 Lasciate che vi spieghi la verità

By 10:06 PM , , , ,

Quante volte ci siamo trovati, noi exchange student, di fronte a persone che quando parlavi del tuo futuro anno all'estero, dicevano: "omg, che figata" "omg che culo, vorrei essere te'
La verità è che non è facile.
Essere un exchange student non è facile, anzi è la cosa più difficile che forse farai nella tua vita.
Noi exchange students siamo esattamente come ogni altro adolescente sulla faccia della terra, solo con la differenza che tutte le menate, i problemi e i disagi sono amplificati dal fatto che ci troviamo a 7mila miglia di distanza da qualunque essere vivente da cui ci sentiamo amati e apprezzati, e ogni persona di questo continente pensa di conoscerti anche se in realtà non sa esattamente niente di noi.
Essere un exchange student significa svegliarti ogni mattina e sapere che devi prepararti per andare a scuola e agli allenamenti di qualche sport subito dopo scuola o a qualche club e non c'è stà la mamma che è sveglia e te porta a scuola, o te dà il buongiorno (la mia me preparava pure la colazione, shame on me), anzi, spesso non c'è nessuno sveglio. 
 Arrivi a scuola e anche se sei stanco, triste, nostalgico, incazzato con il mondo, la tua unica frase che vorresti di sarebbe 'te do 'na pizza che t'aresto 'o sviluppo!' e te sei svejato in modalità provvisoria, anche sei hai pianto tutta la notte precedente e vuoi solo tornare a casa, devi sorridere e fare l'amico perchè se fai il lagnoso i tuoi amici non avranno tanto piacere a starti intorno. I primi giorni di scuola te sentirai come batman ar compleanno de puffi, ma don't worry. Affronterai 6 periodi ( de quattro materie) cercando di capire ogni cosa che diranno i professori e  poi a orari INCOMPRENSIBILI ci sara il pranzo (tipo 10:30, mo questi se magnano na pizza cor salimino e cipolla alle dieci e trenta) e se sarai fortunato avrai la possibilità di mangiare con qualcuno che conosci, se no ti troverai a mangiare da solo. Dopo scuola, vorrai solo tornare a casa, ma no, ci saranno gli allenamenti di uno sport che sei obbligato a fare se non vuoi rimanere solo per tutto l’anno, CHE GIOIA. Quindi starai a scuola o raggiungi il luogo dove si svolgerà la practice (solo grazie a ottimi passaggi conquistati dopo una lunga analisi e frasi tipo 'eh io devo camminare fino a la') e farai 2/3 ore di allenamento, che per me significano correre dai 4 ai 5/6 miglia. Quindi tornerai a casa stravolto, pieno di compiti, non ti ti troverai la pappa pronta. Essere un exchange student significa farsi da mangiare mentre si fanno i compiti e mangiare da soli mentre si continuano i compiti. Se sarai fortunato avrai una famiglia che ti aspetterà per mangiare, ma se no te diranno arrangiate insomma, co a frase do-it-yourself. 
Poi giustamente dopo una giornata folle come questa, sarai stanco, stravolto, ma no, ti ricorderai che dovrai prepararti il pranzo per il giorno dopo, che varia da un insalata con delle carote, a una carne o una frittata cucinata all’ultimo momento. Essere un exchange student significa andare a scuola con la maglia del pigiama o senza calzini perché ti accorgi che ieri ti sei dimenticata di fare il bucato, giustamente. Essere un exchange student significa accettare situazioni, molte situazioni. Essere un exchange student significa anche sentirsi solo, perché ti mancherà quell’affetto materno che ricevivi ogni giorno dalla tua famiglia.

Essere un exchange student significa essere in un delirio continuo, e ve lo posso assicurare. Perché a tutto ciò, vanno aggiunti i problemi con la host family, con la mancanza, con il fatto che magari ti accorgi che fra poco compi diciott’anni e non ci sara nessuno che ti conoscere davvero; stai spendendo più tu in un mese che l'intera popolazione degli Stati Uniti d'America al Black Friday e ti senti in colpa da matti; ti perdi il compleanno di genitori/parenti/amici e vorresti essere lì ma se provi solo a fare skype piagni e basta; devi pensare all'università e al quinto anno ma qui se provi a solo parlà dell'europa, te vengono a di che non sanno dove stà (l'europa) e quindi te devi arrangià; e tutte tante belle cose messe tutte assieme che rendono la situazione un delirio. 

In conclusione, molti giorni ho voluto tornare a casa, mi sono maledetta per la folle idea che ho avuto, ma c'e' sempre qualcuno o qualcosa che mi fa capire e rendere conto che non potevo fare scelta migliore per me stessa. Quindi, chiunque sia indeciso se farlo o no, fatelo. Sarà difficile e ne sono consapevole, ma ne varrà la pena. (se mi sono persa qualche accento ahime, perdoneme ma sto' a scrivere con er pc americano, de scuola)

Con affetto,
ancora viva anche se stravolta,
Chiara

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1 commenti

  1. Ciao Chiara, il tuo post mi ha molto colpito.
    Partiamo subito dicendo che sono la mamma di una prossima Exchange student, la tua riflessione mi ha fatto molto pensare a quello che voi ragazzi dovete affrontare durante questa esperienza.
    Sei la prima che non dice solo rose e fiori ma che, anche senza mezze parole rivela le difficoltà quotidiane di questa nuova vita.
    Che dire? mi sembri una ragazza determinata e con un carattere forte, ce la farai e da questa parte avrai sempre chi fa il tifo per te, me compresa. In bocca al lupo.
    P.S. Ho anche io un blog che racconta l'anno all'estero dalla parte di chi resta. Se ci vuoi fare un salto sei la benvenuta. l'indirizzo è www.aldiquadellannoallestero.blogspot.com

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