Welcome to our website !

Exchange isn’t a year in your life, it’s a life in a year.

Vivere il momento. È questo il motto di questa esperienza. Vivere ogni minuto, ogni secondo.
A volte non mi accorgo di ciò che davvero sto facendo e a distanza di due mesi non mi rendo conto della forza che ho avuto e trovato per affrontare questi mesi.
Non mi rendo conto di vivere il 'sogno americano'. 
Me accorgo solo nei momenti più profondi e più piccoli, come una partita di football, seduta tra gli spalti con una coperta e una cioccolata calda, mentre guardo le cheerleaders fare i famosi salti. (Che poi così alti non sono). 
Non mi accorgo sempre di essere a 7 mila km da casa, ma in piccoli momenti. Come quando sei felice e vorresti dirlo a qualcuno, ma che qualcuno non c'è o come quando vorresti abbracciare tua madre, solo perché hai voglia di farlo o come quando sei a una delle tue mille gare di cross country e tutti i tuoi compagni hanno la loro famiglia li per loro, mentre tu sei sola. 
Ci sono momenti in cui ti accorgi della pazzia che hai fatto e altri in cui neanche te ne accorgi.
Ci sono momenti in cui ti alzi al mattina e ti ripeti che ce la farai, che affronterai questa giornata altri invece in cui ti svegli piena di energia.
Ci sono giorni in cui pure una foglia ti distruggerebbe e ti farebbe piangere.
Ci sono giorni in cui invece sei invincibile, che niente può abbatterti.
Ci sono giorni in cui osservando questa tua seconda vita,  ti perdi, tra i pensieri e tra gli alberi di mille colori che abbracciano la strada di ritorno a casa. Casa, strano dire una parola cosi familiare che quando ci pensi, ora, l'immagine che vedi riflessa nella tua mente è questa. Solo qualche mese fa, se ti avessero detto casa, tu avresti immaginato il tuo appartamento, con la mamma che cucina l'ennesimo dolce, dove tuo padre urla e si arrabbia perché non trova le cose, e tuo fratello che aspetta ansiosamente che il dolce sia cucinato, pronto per finirlo; e ti accorgi di quanto sei cambiata e di quanto ogni minuto, senza accorgetene ti senti un po' più a casa.
C'è una cosa che rimane sempre.
Il sentirsi soli in questo grande continente.

Perché, alla fine, non hai un punto di riferimento a cui dire tutto, qualsiasi cosa che ti passa per la testa, qualcuno a cui dire 'ho pianto', o 'sto di merda' o 'sono felicissima'. Sei sola tu in questo mondo di squali.
Ed è la sensazione che provo quando mi metto a pensare che fra 5 giorni esatti compirò i grandi e famosi diciott'anni. 
Oggi sono due mesi, due mesi di questa esperienza, e sono passati davvero velocissimi. Quindi, sto imparando a godermi anche i momenti in cui piango, perché non riavrò più niente di tutto ciò.


Ieri sono stata al hoco (homecoming o come lo traducono gli americani 'ritorno a casa') e vi voglio rovinare un po' di miti. Il bere è a pagamento e pure gli snack, c'è musica che va dagli anni 80 ai tempi nostri, fanno balli di gruppo e si fanno 32923 foto, ci mettono settimane per prepararsi per poi andare a casa alle 10, dopo due ore di ballo. Tutto sommato, mi sono divertita, ho conosciuto ragazze nuove e trascorso la serata con belle persone.
Da un freddo maine, un bacio
-Chiara
Quante volte ci siamo trovati, noi exchange student, di fronte a persone che quando parlavi del tuo futuro anno all'estero, dicevano: "omg, che figata" "omg che culo, vorrei essere te'
La verità è che non è facile.
Essere un exchange student non è facile, anzi è la cosa più difficile che forse farai nella tua vita.
Noi exchange students siamo esattamente come ogni altro adolescente sulla faccia della terra, solo con la differenza che tutte le menate, i problemi e i disagi sono amplificati dal fatto che ci troviamo a 7mila miglia di distanza da qualunque essere vivente da cui ci sentiamo amati e apprezzati, e ogni persona di questo continente pensa di conoscerti anche se in realtà non sa esattamente niente di noi.
Essere un exchange student significa svegliarti ogni mattina e sapere che devi prepararti per andare a scuola e agli allenamenti di qualche sport subito dopo scuola o a qualche club e non c'è stà la mamma che è sveglia e te porta a scuola, o te dà il buongiorno (la mia me preparava pure la colazione, shame on me), anzi, spesso non c'è nessuno sveglio. 
 Arrivi a scuola e anche se sei stanco, triste, nostalgico, incazzato con il mondo, la tua unica frase che vorresti di sarebbe 'te do 'na pizza che t'aresto 'o sviluppo!' e te sei svejato in modalità provvisoria, anche sei hai pianto tutta la notte precedente e vuoi solo tornare a casa, devi sorridere e fare l'amico perchè se fai il lagnoso i tuoi amici non avranno tanto piacere a starti intorno. I primi giorni di scuola te sentirai come batman ar compleanno de puffi, ma don't worry. Affronterai 6 periodi ( de quattro materie) cercando di capire ogni cosa che diranno i professori e  poi a orari INCOMPRENSIBILI ci sara il pranzo (tipo 10:30, mo questi se magnano na pizza cor salimino e cipolla alle dieci e trenta) e se sarai fortunato avrai la possibilità di mangiare con qualcuno che conosci, se no ti troverai a mangiare da solo. Dopo scuola, vorrai solo tornare a casa, ma no, ci saranno gli allenamenti di uno sport che sei obbligato a fare se non vuoi rimanere solo per tutto l’anno, CHE GIOIA. Quindi starai a scuola o raggiungi il luogo dove si svolgerà la practice (solo grazie a ottimi passaggi conquistati dopo una lunga analisi e frasi tipo 'eh io devo camminare fino a la') e farai 2/3 ore di allenamento, che per me significano correre dai 4 ai 5/6 miglia. Quindi tornerai a casa stravolto, pieno di compiti, non ti ti troverai la pappa pronta. Essere un exchange student significa farsi da mangiare mentre si fanno i compiti e mangiare da soli mentre si continuano i compiti. Se sarai fortunato avrai una famiglia che ti aspetterà per mangiare, ma se no te diranno arrangiate insomma, co a frase do-it-yourself. 
Poi giustamente dopo una giornata folle come questa, sarai stanco, stravolto, ma no, ti ricorderai che dovrai prepararti il pranzo per il giorno dopo, che varia da un insalata con delle carote, a una carne o una frittata cucinata all’ultimo momento. Essere un exchange student significa andare a scuola con la maglia del pigiama o senza calzini perché ti accorgi che ieri ti sei dimenticata di fare il bucato, giustamente. Essere un exchange student significa accettare situazioni, molte situazioni. Essere un exchange student significa anche sentirsi solo, perché ti mancherà quell’affetto materno che ricevivi ogni giorno dalla tua famiglia.

Essere un exchange student significa essere in un delirio continuo, e ve lo posso assicurare. Perché a tutto ciò, vanno aggiunti i problemi con la host family, con la mancanza, con il fatto che magari ti accorgi che fra poco compi diciott’anni e non ci sara nessuno che ti conoscere davvero; stai spendendo più tu in un mese che l'intera popolazione degli Stati Uniti d'America al Black Friday e ti senti in colpa da matti; ti perdi il compleanno di genitori/parenti/amici e vorresti essere lì ma se provi solo a fare skype piagni e basta; devi pensare all'università e al quinto anno ma qui se provi a solo parlà dell'europa, te vengono a di che non sanno dove stà (l'europa) e quindi te devi arrangià; e tutte tante belle cose messe tutte assieme che rendono la situazione un delirio. 

In conclusione, molti giorni ho voluto tornare a casa, mi sono maledetta per la folle idea che ho avuto, ma c'e' sempre qualcuno o qualcosa che mi fa capire e rendere conto che non potevo fare scelta migliore per me stessa. Quindi, chiunque sia indeciso se farlo o no, fatelo. Sarà difficile e ne sono consapevole, ma ne varrà la pena. (se mi sono persa qualche accento ahime, perdoneme ma sto' a scrivere con er pc americano, de scuola)

Con affetto,
ancora viva anche se stravolta,
Chiara
Cari lettori,
Che siate 2 o 100, voglio dedicarvi questo post di questo sabato un po' buio e nuvoloso.
Di questo ultimo sabato d'estate, di un'estate un po' movimentata.

Cari lettori 
Non so chi voi siate, se siete degli  Exchange che come me, stanno mettendo se stessi in discussione, si stanno mettendo in gioco in questa grande e travolgente esperienza; se siete persone che conosco e che fino a qualche settimana fa vedevo, o se siete semplicemente qualcuno che sta leggendo questo post, per caso.
Cari lettori,
Sappiate che la vita vi metterà davanti a prove che a volte vi sembreranno impossibili da superare, che vi faranno credere che sarà la fine. 
A volte il mondo vi sembrerà ostile e sinistro ma credetemi ci sono più cose buone che cattive basta solo osservare con attenzione. Perché c'è sempre qualcosa. Perché dopo tutto le difficoltà sono un mezzo che rendono le cose meno noiose. E credetemi quando vi dico che esiste davvero un nuovo inizio, un'altra vita.

Cari lettori, 
Sono qua, seduta in questa cameretta a me ancora sconosciuta, alla quale mi devo ancora abituare.
In una casa che ancora non conoscono.
In una casa dove, a volte, mi perdo per cercare il bagno, o dove apro mille armadietti per cercare il pane.
In una casa dove ancora mi sento a disagio ad aprire il frigo o a prendere qualcosa da una mensola.
E vi scrivo questo post per farvi capire quanto questa esperienza sia difficile.
Perché so cosa si prova a stringere in mano un biglietto di sola andata e partire per un'avventura più grande di se stessi. 
So l'imbarazzo che si prova quando si incontra la Host Family per la prima volta. So cosa si prova a pensare a qualcosa e sentire il bisogno di dirlo a qualcuno, ma quel qualcuno non c'è.
So cosa si prova sentire la voce di tua madre dire semplicemente un 'ciao' o un 'come stai' e sentire le tue lacrime che iniziano a rigare il tuo volto.
So cosa significa sentirsi soli, in una stanza affollata, in una famiglia che non è la propria, in una scuola dove ti perdi ogni giorno.
So cosa si prova a vedere una figlia che abbraccia la madre e desiderare di fare lo stesso con la propria e comprendere che 10 mesi sono tanti, davvero tanti.
So cosa significa aver paura di alzare la mano, cosa che prima a me veniva naturale.
So cosa significa entrare in una scuola nuova e voler tornare a casa.
So cosa significa dover 'eliminare' quella parte adolescenziale e a volte rimpiangerla perché so cosa significa voler piangere, voler gridare, non aver voglia di fare niente ma quando ti alzi al mattino, non c'è la mamma che ti chiama più volte, o non c'è nessuno a cui dire 'ho fame' e che ti prepara da mangiare. Sei solo tu, da sola con te stessa. 
So cosa significa dover essere maturi.
So cosa si prova a vivere uno Shock culturale, ad andare in una scuola che non è la propria, a frequentare lezioni che non sapevo neanche che esistessero o a correre per non arrivare in ritardo ad una lezione per colpa  degli armadietti.
So cosa significa arrivare a sera e a tirare un sospiro di sollievo perché anche questa giornata è finita.
So cosa si prova quando le tue certezza crollano, quando il mondo ti cade addosso e tu sei in ginocchio cercando di rialzarti.
So cosa significa combattere con la solitudine e con la distanza oltre oceano. So cosa significa alzarsi e aggiungere automaticamente 6 ore. So cosa significa fare i conti con la mancanza. So cosa significa avere un pensiero costante, un pensiero di uno stato così distante. 

Cari lettori,
Che siate in viaggio, a casa, ad aspettare un mail o in un letto con un sogno troppo grande.
Non mollate, niente è troppo grande.
Continuate a lottare, a remare, a correre verso la vostra destinazione. Non importa quanto essa sia lontana e sconosciuta. E non importa se non arriverete mai alla vostra destinazione. Potrete sempre dire di averci provato. Perché siamo noi che decidiamo la fine del nostro viaggio, la fine del nostro percorso, perché in fondo siamo noi che lo tracciamo sto percorso.

A tutti coloro che vogliono diventare degli exchange student, mettete sul conto la solitudine, questa naturalmente è solo la mia esperienza... 

Non sarà semplice, non sarà per niente semplice, sarà la cosa più difficile che avrete mai fatto. Ma, ne varrà la pena.
Per saperne di più vi ricordo che potete seguirmi sui social e se avete domande non esitate a contattarmi. 

un saluto da un'exchange un po' malinconica e un saluto a te staia, che sei nei miei pensieri, come lo eri ieri e come lo sarai domani, ma forse un poi meno! 

-Chiara



#22 Abituarsi a questa nuova vita.


Sola, solitudine.
Una parola, un sentimento, un nodo in gola che non va via, non va giù.
Avete presente quando volete ambientarmi ma non ci riuscite? 
Ci sto provando, sto provando a parlare, a dire qualcosa ma ogni cosa che dico sembra non andare bene.
E non ho nessuno.
Nessuno che capisca.
Nessuno che mi capisca 
È come se fossi chiusa in una bolla.
Ed è orribile avere un sacco di cose da dire ma non riuscirne a dire nessuna.
Voler dire tante cose ma non riuscirci e stare in silenzio in una stanza piange di gente.
Sentirsi fuori Luogo.
Alla mattina, quando mi sveglio, per un attimo mi sento casa, per un attimo penso di essere a casa ma poi quando realizzo di non essere a casa mi viene un nodo alla gola che devo controllare.
Per un momento, quando mi sveglio, mi sembra di sentire la voce di mia mamma ma poi scompare e mi sento cadere nel Vuoto, precipitare. Ed è cosi ogni mattina, ogni giorno.
Ma sta migliorando, la voce di mamma sembra scomparire più velocemente e le parole sembrano uscire più velocemente dalla mia bocca.
Ma c'è sempre, un lasso di secondo, in cui penso di essere a casa. 
Ormai mi sto abituando, mi sto abituando alle borracce, ai cuscini, agli allentamenti faticosi e a questa scuola così grande ma che poi così grande non lo è.

Mi sto buttando, sto cercando di espormi anche se fa paura.
Sto cercando di tenere la chiara acida, menefreghista e negativa nella bolla e a far uscire una chiara dolce, positiva, una chiara diversa.
Sto cercando di non mettere sempre questo scudo di protezione, anche se poi risulta difficile perché ho sempre la paura di essere ferita, di essere derisa.
Sto cercando di non dire sempre la mia, di non parlare a sproposito.
Sto provando a integrarmi.


Sembra strano dirlo, ma ogni giorno migliora.
Ogni giorno va meglio, ogni giorno sto prendendo più confidenza con questo mondo estraneo. 
Quindi la frase con cui voglio concludere è 'tempo al tempo'
Devo darmi tempo, solo questo.


13 AGOSTO 2016
In attesa di questo giorno così importante e che all'inizio era così lontano ma ora così vicino (-3)
Ho ricevuto tante parole e frasi che porterò con me dai miei cari, a cui voglio dire grazie. Grazie a tutti voi che mi siete stati vicini, molti che pensavo mi avessero supportato mi hanno abbandonato con scuse idiote, molti invece mi sono stati affianco e non mi hanno abbandonato neanche un secondo. 

Voglio scriverle qui, per non dimenticarmele e anche per voi, che vi possano aiutare se vivrete o state vivendo questa esperienza o per qualsiasi altra cosa.


'È che mi manchi già.
Non mi basterà vederti dietro uno schermo'
Giada, ottobre 2015

'Sei la mia persona, la distanza non conta. Sarai sempre nel mio cuore, ce la farai.'
Gaia, Gennaio 2016

'Non devi avere paura di essere felice. Questa è una cosa che ti rende felice. Chiara dentro di te, dentro questo essere piccolo e dolce, c'è una forza in grado di spostare mare e monti.'
Massimo, gennaio 2016

'Non mi perderai mai. Te lo prometto.
Io sarò qui a contare i giorni che mancano al tuo ritorno, davvero'
Giada, gennaio 2016

'Non sarai mai senza di me ricordatelo sempre. Anche se ci sarà un oceano a dividerci.
G, gennaio 2016

'Di cosa hai paura? Io sarò qui ad aspettarti.'

A, Febbraio 2016


Noi saremo qui ad aspettarti al tuo ritorno. Ti aspetteremo con due bacchette in mano, pronti ad un ALL YOU CAN EAT come si deve.❀'
Anna, marzo 2016

'Ricordati che quando avrai paura dovrai semplicemente chiamarmi e io sarò li ad ascoltarti'
A,  Aprile 2016


"Chiara qui voglio la parte forte, sicura, feroce e lottatrice che sei! sei una roccia cazzo. Hai una personalità che spacca vedrai che ce la farai, come sempre! Tu lotti per ciò che vuoi sempre. Lotta per la tua America. Lotta perché sarà la battaglia più dura certo, ma ne uscirai da vittoriosa.
Assieme per tutta la durata di quest'avventura Chiara è una promessa.
A qualsiasi ora ci sarò.
E sai che puoi parlarmi di tutto.
Saremo la sicurezza dell'altra perché sarebbe davvero brutto se dovessimo affrontare tutto questo da sole.
Il PROM, il primo giorno di scuola, le lacrime, la felicità, le paure, le partite, la mensa, il primo pranzo, il natale, il Ringraziamento, Halloween.
Chiara faremo tutte queste cose assolutamente assieme, distanti, ma unite.
Ti voglio tanto bene Chia"
Be.

'Io non ti voglio prendere e madonna se penso che sarai dall'altra parte del mondo mi vengono i brividi. Quest'anno ci siamo avvicinate ancora di più e insomma non sono pronta a non trovarti più vicino a me, tu che sei una delle poche persone che riesce a capire cosa penso.
Tu che mi sostieni quando i professori mi trattano di merda.
Tu che sparli con me, di tutto.
Tu che mi sproni sempre a fare meglio.
Non sono pronta a lasciarti andare per un anno ok?'
B. Giugno 2016 

 Le persone che ci voglio essere ci saranno a distanza del tempo e della lontananza, e da li capirai chi sono i veri amici. Lascerò il telefono in rumoroso tutte le notti finché non tornerai così se ti sentirai sola potrai chiamarmi e parleremo.
Gaia, Luglio 2016

Io credo che tu abbia un mondo dentro pazzesco e che ti sta devastando. E se non cominci a tirarlo fuori sono cazzi. Questa esperienza sarà la tua terapia, tu hai bisogno di questa esperienza.
G. Agosto 2016


Un grazie a tutti coloro che hanno speso due parole per me, un grazie a chi mi ha sostenuto, un grazie a chi mi sosterrà, un grazie a chi si dimostrerà veramente mio amico. 
-Chiara

-'Ed è così che arriva il giorno della partenza; quando meno te lo aspetti ti precipita addosso e ti trova impreparato. Lo avevi tanto desiderato questo momento, ma quando arriva si riempie dei colori della tristezza e gli occhi si velano e si fatica a respirare, a sorridere, ad ingoiare. Si vorrebbe avere ancora qualche giorno a disposizione per poter fare le ultime cose e dire le ultime parole per ricostruire le ultime relazioni. Invece bisogna fare le valigie e chiudere. E dentro le nostre valigie ci infiliamo tutto quello che in questi mesi abbiamo vissuto, sofferto, condiviso. Guardiamo la stanza per l'ultima volta, poi gli occhi scivolano sui volti di quei compagni e c'è troppo poco tempo per poter ripassare i tanti giorni trascorsi insieme. Questo tempo, tiranno, che alcune volte sembra eterno, ora scivola via rapidamente e non c'è più tempo per niente e per nessuno.' -

Come facciamo a sapere se siamo pronti al cambiamento radicale?
Come si fa a sapere se si è pronti ad affidarsi solo a se stessi?

Perché si, ti affiderai a te stesso. L'unica persona a cui dovrai fare affidamento sarai tu, solo tu. Nei momenti bui dovrai trovare la forza di rialzarti  in te stesso. Te stesso sarà l'unica persona sulla quale potrai sempre contare. Imparerai l'arte del silenzio, la bellezza delle piccole cose perché un saluto ti migliorerà la giornata. Un sorriso, in un giorno buio dell'esperienza, ti aiuterà a sorridere e a guardarla in modo positivo. E' giusto avere paura, ma non possiamo fermarci di fronte ad essa.
Non dobbiamo mai credere che sia troppo tardi per il nostro percorso evolutivo. Il momento arriva quando deve arrivare, non serve una prenotazione. E non sono l'età, il denaro ad affrontarlo e a permetterti di affrontarlo. Ciò che ci frena è la paura di affrontare noi stessi per paura che il cambiamento modifichi noi stessi a tal punto di non riuscire più a riconoscerci. Rimarrai sempre lo stesso, ma un po' diverso, più ricco, più consapevole di ciò che il mondo può darti, più responsabile e più felice. L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.

So che questa mi darà molto.
Scoprirò me stessa, conoscerò parti di me che magari tenevo nascoste per paura, imparerò quanto un amore può essere incondizionato, imparerò che l'amore che la mia host family mi darà sarà un amore sincero e vero. Tutte le emozioni provate in questa prima parte dell'esperienza e tutte quelle provate nella vita che fino adesso ho condotto le porterò con me e ne farò tesoro come farò tesoro di tutti i consigli e le belle parole che mi sono state date. 
Tutti i ricordi delle persone a me care le porterò con me, nel mio bagaglio, oltre ad essere racchiuse in una piccola scatoletta in valigia.
Tutte l'esperienze negative le porterò, e assieme ai miei difetti, alle mie paure e insicurezze diventeranno la mia forza con la quale combatterò ogni singolo giorno. 

Ma come si fa a sapere se si è davvero pronti? In questi giorni la domanda che ho più ricevuto è stata: sei pronta? ti senti pronta?

Non lo so. Ora mi sento appesa a un filo, in equilibro. Sto provando due emozioni: paura e felicità, due emozioni che mi hanno accompagnato in tutti i giorni d'attesa, fino a ora. 
E' incredibile come il tempo siamo un nemico a volte, senza accorgertene, arriva quel fatidico giorno che tanto hai desiderato. Hai visto scendere i giorni davanti ai tuoi occhi, ma senza rendertene conto, quei giorni, sono diminuiti cosi tanto, fino a scomparire del tutto. Non lo so, non sto neanche realizzando ciò che sto andando a fare, non me ne rendo conto. 

E ora sono pronta a prendere quell'areo che fra 10 ore sarà lì ad aspettarmi. Ebbene, il mio countdown è diventando -0 giorni e -10 ore. Quel numero che ho visto scendere durante questa attesa è arrivato a 0 e dio solo sa la paura che ho, quanto le gambe mi tremino. L'attesa di conoscere quel posto che diventerà la mia casa per 10 mesi e l'attesa di conoscere quelle persone che saranno la mia famiglia è terminato. La valigia è pronta, I documenti sono pronti, la borsa pure, il PC e il cellulare sono carichi e pronti.
Ma la vera domanda, che io pongo a me stessa, è: 'ma io sono pronta ad affrontare tutto ciò?'

Lo scoprirò solo vivendo, forse.
 NYC MI ASPETTA.
A presto!
-Chiara
August 3rd 2016
E' arrivato, arriva quando meno te lo aspetti. Pensi a questo momento tutto l'anno e quando arriva vorresti averne ancora per salutare o forse per chiudere delle relazioni o coltivarne altre. Ma il tempo è tiranno.
E quando arriva ti lascia questa sensazione di vuoto, di malinconia mischiata al sapore della consapevolezza che tutto ciò che per anni sfioravi ora è tangibile, lo puoi toccare. Quella sensazione di consapevolezza che tra pochi giorni, pochissimi giorni, a quest'ora sarai in macchina, diretta all'aeroporto di milano e prenderai il volo che hai atteso per settimane, mesi, e forse anni.
E' strano salutare persone che vedevi ogni giorno dietro un banco di scuola, è strano salutare qualcuno con la consapevolezza che la prossima volta che vi vedrete sarà passato un anno. Quella sensazione strana quando abbracci per l'ultima volta persone importanti, o quando guardi per l'ultima volta la tua camera ti avvolge. Dopo i saluti, niente, solo vuoto. Ti girerai e guarderai la tua famiglia e i tuoi amici per l'ultima volta per paura di dimenticarli, di dimenticare i loro volti e li saluterai con la mano, riafferrerai la tua valigia (che sarà il doppio di te, sia per il peso che per le dimensioni) e ti volterai pronta e determinata per affrontare questo grande viaggio.Ti farai coraggio, saluterai i tuoi compagni di viaggio, imbarcherai la valigia e aspetterai l'aereo che ti porterà dall'altra parte dell'oceano.
Per tutto il viaggio ti sfioreranno nella mente i volti dei tuoi cari, le immagini che hanno preceduto la partenza e quelle che hanno preceduto questo giorno, piangerai o forse no, guarderai qualche film, impazzirai, dormirai, ascolterai musica e nel frattempo cercherai di tranquillizzanti quando invece farai peggio.

E cosi arriva, inizi a chiudere tutto ciò che prima entrava nella quotidianità, chiuderai la palestra, saluterai le tue amiche, saluterai le tue compagnie di avventura che partiranno prima o dopo di te. Saluterai l'Italia e ne sentirai già la mancanza, sopratutto per il cibo.

E questo tempo tiranno che quando arriva a volte manda via qualcuno.
Inizierai ad accettare il fatto che molti dei tuoi amici se ne andranno.
Ti daranno dell'egoista, ti diranno di non aver pensato a chi lasci ma solo a te stessa.
Dovrai prepararti ad affrontare la batosta, dovrai preparati a rimanere sola, ad affrontare tutto da sola perché noterai che più si avvicinerà la partenza e più persone si allontaneranno.
Ma alcune persone rimarranno, e questo ti farà capire chi veramente ti è amico, chi veramente ci tiene a te.

Ora, mancano esattamente 13 giorni a quel passo enorme che sto andando a fare, molte volte mi sono data della pazza, mi sono chiesta cosa stavo andando fare, cosa avrei dovuto lasciare, chi avrei dovuto lasciare, ma molte volte ho pensato quanto questa esperienza mi darà, quanto imparerò e crescerò soprattuto. Io ho bisogno di questa esperienza, ho bisogno di conoscere, comprendere e capire me stessa, di capire le mie emozioni perché non le so gestire e le emozioni sono importanti. In questi ultimi mesi mi sono accorta di aver 'scelto' degli amici con un modo semplice, cosi non avrei dovuto spiegargli il mio mondo complicato perché tanto non lo vedevano e mi chiedevo anche perché non mi capivano, non capivano i miei sbalzi d'umore, i miei sentimenti, le mie follie, il perché dei miei comportamenti. Semplicemente perché non ho mai lasciato avvicinare nessuno, sempre stata troppo acida, sempre stata quella che voleva sembrare forte e menefreghista, quella chiusa. Questa esperienza mi aiuterà, mi aiuterà ad aprirmi e sopratutto a non essere negativa nei confronti delle persone e a non allontanarle sempre per paura di essere ferita.

Apro una parentesi, in quest'anno mi sono legata troppo ad una cantante e doverla lasciare qui è un colpo al cuore, ma la sua musica la porterò sempre con me e farò impazzire, farò innamorare il Maine di lei, perché come si fa non amarla.

Ma dopo tutto non vedo l'ora di partire, di prendere quel l'aereo e di avventurarmi in questa grande esperienza. 

Per saperne di più vi ricordo che potete iscrivervi sul mio canale YouTube e seguirmi sui social!
A presto, 
- Chiara